Quali cambiamenti climatici si sono verificati a Salsomaggiore negli ultimi anni? È vero che fa sempre più caldo e piove sempre meno? L’analisi dei rischi e della vulnerabilità climatica effettuata nel PAESC (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima) comunale mostra il quadro dei cambiamenti avvenuti sul territorio di Salsomaggiore.

ANALISI DEI RISCHI E DELLE VULNERABILITÀ CLIMATICHE

La Valutazione dei Rischi e delle Vulnerabilità (Risk and Vulnerability Assessment) è l’analisi che identifica la natura e l’estensione dei rischi climatici e li mette in relazione con le caratteristiche territoriali (natura, persone, infrastrutture, servizi e industrie), individuando i potenziali pericoli derivanti da eventi naturali estremi.

In letteratura esistono diverse definizioni e approcci metodologici. In accordo con le linee guida per la redazione del PAESC (Guidebook ‘How to develop a Sustainable Energy and Climate Action Plan, part 2), il riferimento formale è costituito dal quadro concettuale e dalla terminologia del Assessment Report V, redatto dall’IPCC nel 2014.

Per capire cos’è la valutazione del rischio climatico, occorre aver compreso prima il significato delle parole utilizzate e i passaggi concettuali.

PRIMO PASSAGGIO: IDENTIFICARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI A SALSOMAGGIORE

Il primo step è l’identificazione dei “cambiamenti climatici” rilevanti per un territorio. Per cambiamenti climatici si intendono eventi fisici e misurabili, il cui andamento è significativamente variato nel corso degli anni. Tali fenomeni caratterizzano aree geografiche regionali o comunque vaste. Per rilevarli, gli scienziati confrontano periodi di almeno trent’anni.

Per Salsomaggiore, gli eventi climatici rilevanti sono:

  • aumento delle temperature e caldo estremo
  • eventi estremi di precipitazioni
  • alluvioni e allagamenti
  • siccità e scarsità d’acqua
  • tempeste
  • frane e smottamenti
  • incendi boschivi
  • rischio biologico: malattie umane e animali e infestazioni di insetti.

Guardiamo ad esempio le temperature.

Nel territorio comunale di Salsomaggiore sono presenti due stazioni di misura di temperatura e precipitazione, grazie alle quali è possibile confrontare i cambiamenti climatici locali del periodo 1991-2018 con quelli del trentennio precedente 1961-1990.

Dal confronto si evidenzia una tendenza di lento innalzamento sia della temperatura minima che della temperatura massima. Se il valore medio delle temperature minime negli anni Sessanta non arrivava a 8° C, nello scorso decennio ha superato i 9° C. Analoga variazione è stata registrata per le medie annuali delle temperature massime, che sono passate dai 17,5° C a quasi 20°C.

Anche l’andamento delle anomalie di temperatura minima e massima mostra un processo di innalzamento a partire dagli anni Ottanta. L’anomalia di temperatura indica come e quanto l’anno analizzato si è discostato dalle media di un periodo. Anomalie negative indicano temperature inferiori alla media, anomalie positive indicano temperature superiori alla media. Nel caso di Salsomaggiore, il progressivo aumento è evidenziato in particolar modo da una serie ininterrotta di anomalie positive della temperatura massima a partire dal 1988, con un picco di oltre + 3°C nel corso del 2017. Anche dall’analisi delle anomalie delle temperature minime si evidenzia un trend in crescita con aumenti sempre positivi dal 2002, con un’unica eccezione nel 2005 (- 0,5 °C).

Dal 1961 ad oggi è aumentato anche il numero di notti tropicali (con temperature minime superiori a 20°C) e di giorni caldi (con temperature massime superiori a 30°C), aumento naturalmente concentrato nei mesi di luglio e agosto. Le notti tropicali sono passate da una media di 3,5 a 4,5 a luglio e da 3 a 4,5 in agosto. Sempre per luglio e agosto, il numero dei giorni caldi è passato da una media rispettivamente di 8,1 e 4,7 a 17 e 15,5.

Allo stesso modo i giorni di gelo (con temperature minime inferiori a 0°) e di gelo persistente (con temperature massime inferiori a 0°) sono diminuiti nell’ultimo periodo. I giorni di gelo registrati nell’ultimo periodo sono 13,3 a dicembre e 16,9 a gennaio, contro i 14,7 ed i 18 registrati nel periodo precedente. I giorni di gelo persistente sono passati da una media di 1,9 a 0,4 per il mese di gennaio.

 

Guardiamo ora le precipitazioni.

Nel corso degli anni, si è rilevata una riduzione delle precipitazioni abbastanza marcata. Fino agli anni Ottanta il quantitativo di pioggia caduta in un anno si attestava oltre i 920 mm/anno. Negli ultimi decenni, invece, i valori cumulati sono rimasti sempre più spesso al di sotto di tale valore, con tuttavia alcune anomalie positive particolarmente rilevanti come nel caso degli anni 2010 e 2014, in cui le precipitazioni cumulate registrate sono state intorno ai 1300 mm/anno.

Di norma la siccità è valutata nella stagione estiva ma, negli ultimi anni, eventi siccitosi rilevanti si sono succeduti anche nei mesi invernali e per lunghi periodi.

 

 

SECONDO PASSAGGIO: VULNERABILITÀ E RESILIENZA DEL TERRITORIO COMUNALE

Gli eventi climatici identificati hanno un impatto diverso a seconda delle caratteristiche del luogo in cui si verificano. Un luogo può essere infatti più o meno sensibile o suscettibile al danno, come può essere più o meno in grado di adattarsi ed essere resiliente.

Vulnerabilità e resilienza sono da valutare in rapporto ai caratteri socio-economici e fisico-biologici di un territorio.

I settori fisico-biologici sono:

 

  1. Acque interne e risorse idriche
  2. Qualità dell’aria
  3. Sistemi insediativi e aree urbane
  4. Territorio (frane, alluvioni e degrado dei suoli)
  5. Aree costiere
  6. Infrastrutture e trasporti
  7. Biodiversità ed ecosistemi
  8. Foreste

I settori socio-economici sono:

  1. Agricoltura
  2. Sistema produttivo
  3. Sistema energetico
  4. Turismo
  5. Salute
  6. Patrimonio culturale
  7. Pesca e acquacoltura

Benché non esplicitamente identificate come problematiche di adattamento climatico, molte vulnerabilità sono già state individuate ed analizzate in altri strumenti di pianificazione e gestione, fra cui ad esempio il Piano Comunale di Protezione Civile, predisposto dalla Protezione Civile nel 2018.

Un capitolo corposo del PAESC è dedicato all’identificazione delle vulnerabilità comunali. In sintesi, possiamo fare riferimento a quelle indicate nella tabella successiva.

 

TERZO PASSAGGIO: PREVEDERE GLI IMPATTI

Dall’analisi descritta discende, come ultimo passaggio, l’identificazione degli impatti climatici, cioè le conseguenze degli eventi climatici che potranno verificarsi su territorio, persone, infrastrutture ed edifici.

Nella Strategia per la Mitigazione e l’Adattamento Climatico, la Regione Emilia-Romagna ha analizzato le conseguenze distinguendo tra aree omogenee. Per la pianura e la collina gli impatti sono rappresentati nelle figure sottostanti. Per Salsomaggiore, gli impatti sono riportati in tabella.

CAMBIAMENTI CLIMATICI: PROIEZIONI FUTURE

Le proiezioni climatiche elaborate da ARPAE per il periodo 2021 – 2050, sia nel territorio di Pianura Ovest che di Collina Ovest, prevedono scenari sempre più critici, caratterizzati da periodi estivi senza precipitazioni e con ondate di calore sempre più lunghi, sempre meno precipitazioni annue, sempre più notti tropicali, oltre all’aumento delle temperature medie estive e invernali.